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Pillole di Architettura: Nuove funzioni dei musei
Un tema attuale nel progetto del museo, il cui programma spaziale negli ultimi decenni è diventato sempre più complesso per rispondere alla necessità di ampliare le funzioni e i ruoli di questa istituzione.
Nel passaggio da “tempio della cultura” a spazio culturale complesso sempre più spesso il museo integra gli spazi espositivi tradizionali a spazi flessibili dedicati alla educazione e all’intrattenimento della comunità - come laboratori didattici, sale polifunzionali, auditori e spazi espositivi di concezione più contemporanea (che impiegano processi partecipati).
LE VISIONI DEL MUSEO
Per molto tempo l’istituzione Museo è stata vista come uno “scrigno delle meraviglie”. Tuttavia, negli ultimi decenni, la concezione, la missione e il funzionamento del museo sono stati gradualmente messi in discussione e ripensati attraverso una lenta ma significativa trasformazione delle sue pratiche curatoriali, educative, espositive e di comunicazione. Si può affermare, infatti, che ad un’interpretazione del museo come depositario e custode di tesori d’arte, si sta gradualmente sostituendo una nuova visione, più ampia, che conferisce al museo anche un importante e fondativo ruolo educativo, politico e sociale.
Si fa sempre più largo l’idea di un museo come «agente sociale», «arena pubblica», «zona di contatto», «terzo spazio» (Babbha 1990; Clifford 1997; Sandell 1998; Karp et al. 2006; Bodo 2008; Schorch 2013), politicamente e socialmente partecipe alla vita quotidiana della comunità che lo circonda. [1]
Tale concezione affonda le sue fondamenta nella nuova concezione di museo sviluppata nell’ambito della Nouvelle Muséologie (Nuova Museologia), una corrente nata in ambito francese negli anni Sessanta, poi arricchita dai primi anni Novanta dai cultural and museum studies di matrice anglosassone, e gradualmente esportata in tutto il mondo. Il modello/sistema di museo proposto nell’ambito di questa corrente è infatti in continua evoluzione, rinnovamento, rigenerazione, in virtù della profonda e mutuale relazione che instaura con la comunità a cui si rivolge (e di cui domanda la collaborazione). Grazie ai continui scambi con società civile, questa istituzione diventa più attento e partecipe delle questioni culturali al centro del dibattito
pubblico, a diverse scale (che interessano la collettività nel complesso e le sue comunità locali di riferimento nello specifico). Parallelamente al maggiore coinvolgimento delle comunità nella vita museo, e alla maggiore attenzione verso i fenomeni sociali, politici ed economici che le riguardano, il museo ha iniziato anche un percorso verso il superamento della presunta obiettività super partes e universalità del messaggio museale, delle sue narrazioni e forme di rappresentazione, con lo scopo di rendere questa istituzione aperta alla diversità e alla complessità che caratterizzano la società multiculturale contemporanea: questo processo sta
promuovendo lo sviluppo di un modello di museo responsabile, critico e schierato, disponibile a condividere la sua autorità e aperto alla partecipazione, al dialogo, al confronto e anche allo scontro.
LA TRASFORMAZIONE NEI MUSEI DI ARTE CONTEMPORANEA
Se questo percorso evolutivo è oggi particolarmente cruciale per quelle istituzioni che più direttamente si occupano di storia e di identità (per es. musei etnografici, musei storici, musei della città, etc.), questa trasformazione degli approcci e delle relazioni che il museo sviluppa con il contesto è ampiamente visibile anche nei musei di arte contemporanea. In realtà questi luoghi sono stati dei laboratori di sperimentazione per alcune pratiche progettuali ideate per potenziare la multi vocalità e la inclusività, che oggi sono applicate anche in altri spazi. Questo ruolo da precursore che possiamo riconoscere ai musei d’arte si può leggere, per esempio, nell’integrazione fin dagli anni 30 del 1900 di spazi che non sono meramente dedicati all’esposizione, ma che generare nuovi “punti d’osservazione” sulle collezioni, stimolare un dialogo
più ampio con il mondo dell’arte e della cultura, accogliere attività educative e partecipative, così come acquisire un alto livello di flessibilità, per meglio adattarsi al costante aggiornamento del museo.
La nuova visione dell’anima e della missione dei musei contemporanei, che deve essere letta insieme al consolidamento del loro ruolo nei confronti della società in cui operano e a cui si rivolgono, rappresentano i temi centrali per la critica, la ricerca e la pratica museale a livello internazionale, che continuano a produrre nuove ipotesi per orientare l’evoluzione del museo verso un ruolo teso a «supportare attivamente le società contemporanee nell’interrogarsi intorno a questioni ricorrenti su identità, appartenenza, uguaglianza e differenza» grazie alla sua natura «flessibile» e «adattiva» (Mason 2013, 60). [2]
Note:
1-2| DA Forme dell’inclusività pratiche spazi progetti
a cura di Antonio Longo, Chiara Rabbiosi,
Pierluigi Salvadeo, 2008, p. 246
Jacopo Genovese
Tutor di disegno tecnico, automatizzato AutoCad, ArchiCad,
Storia dell'arte e dell'architettura