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RICORRENZE: I 100 ANNI DEL PARTITO COMUNISTA D’ITALIA

Storia del Partito comunista in Italia da Berlinguer a Occhetto.

[parte 3]




 

Il 1972 è l'anno in cui ebbe inizio la segreteria di Enrico Berlinguer, che fece seguito ai 6 anni di Longo a capo del partito.


Con Berlinguer il PCI divenne un effettivo partito radicale e di massa, ad oggi ritenuto il partito comunista più grande dell'occidente. A tal proposito, fu proprio Berlinguer a dare vita alla linea "eurocomunista", che prevedeva un ulteriore allontanamento dal blocco sovietico, per costruire una via indipendente verso una società comunista. I contrasti non erano pochi persino all'interno del blocco comunista, con paesi come Jugoslavia, Cina e Albania che già si erano allontanati dal "modello unico sovietico" predicato da Mosca.


Il PCI, tuttavia non interruppe i contatti coi Sovietici, soprattutto per la forte linea filosovietica del Partito guidata da Armando Cossutta. I rapporti URSS-PCI rimasero molto ambigui.

In molti concordano che questo fu anche il periodo in cui il PCI iniziò a permeare parte della borghesia italiana, cosa che ci porta ad un altro punto fondamentale della segreteria berlingueriana: il "compromesso storico".


Il Partito, con Berlinguer aveva infatti iniziato a candidare (ed eleggere) alcuni cattolici tra le sue fila, ponendo le basi per i colloqui con la corrente "di sinistra" della DC, di cui Aldo Moro era il punto di riferimento. Il "compromesso storico" avrebbe avuto l'obbiettivo di spostare a sinistra l'asse politico italiano, paventando addirittura un ingresso del PCI in un governo assieme alla DC. Tuttavia, l'accordo non andò mai in porto a causa di due fattori principali: la strenua opposizione della corrente di Andreotti nella DC e il rapimento, con l’assassinio, di Moro per mano delle Brigate Rosse.

Il PCI tornò dunque all'opposizione, dando ferma battaglia contro gli andreottiani, costringendo il presidente della repubblica Giovanni Leone, tendenzialmente anticomunista, a dimettersi, per arrivare ad eleggere al suo posto il più gradito Sandro Pertini, ex-partigiano socialista.

Il 1984 fu l'anno in cui il PCI per la prima volta superò la DC, prendendo il 33%alle elezioni europee. Ciò accadde probabilmente anche perché Enrico Berlinguer morì la settimana prima delle elezioni, colpito da un ictus mentre parlava su un palco a Padova.


La sua salma fu riportata a Roma dal presidente Pertini stesso con il suo aereo presidenziale. I funerali di Berlinguer furono un evento massivo di popolo che coinvolse non solo migliaia di comunisti, ma anche di molti altri cittadini.


La figura di Berlinguer era talmente ammirata che il feretro fu omaggiato non solo dai partiti socialisti e comunisti mondiali, ma anche da tutti i partiti politici italiani, MSI compreso.

Da qui ha inizio l'inesorabile declino del PCI. La segreteria di Alessandro Natta cede all'area migliorista di Giorgio Napolitano, allontanando il Partito dal movimento comunista, per aderire al Partito Socialista Europeo, nonostante l'opposizione di Cossutta.


L'ultima segreteria, quella di Achille Occhetto, nasce nel 1989 con l'intento di lanciare il "nuovo PCI", ma il crollo del Muro di Berlino e il successivo collasso dell'URSS, cambia totalmente le carte in tavola, portando alla celebre "svolta della Bolognina", ovvero al superamento del PCI.

Il XX° e ultimo congresso del PCI, svoltosi a Rimini il 31 gennaio 1991, sancisce la fine del PCI e la nascita di due nuove forze politiche: una maggioritaria, il Partito Democratico della Sinistra, e una minoritaria, il Partito della Rifondazione Comunista.


Dott. Renzo Vendrasco

Tutor di italiano, storia, latino, filosofia


 

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